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News dalle Isole

NOTIZIE DALLE ISOLE

a cura della Redazione di Ali Cudi
Il Corriere delle piccole isole




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9 Febbraio 2024


Ustica: scoperta un'imponente fortificazione di oltre 3.000 anni fa

Grazie a strumenti non invasivi come il georadar e la tomografia elettrica, sono stati individuati nel Villaggio dei Faraglioni, a Ustica, i resti di una muraglia alta 5 metri e lunga 250 che risale all'Età del bronzo.
Situata nel Mar Tirreno a poco meno di 70 km a nord di Palermo, fin dall'epoca antica l'isola di Ustica è stata un punto d'approdo di alcune delle più importanti civiltà mediterranee, dai Fenici ai Saraceni, che ne hanno sfruttato la posizione geografica favorevole lasciando numerose tracce archeologiche del loro passaggio. Tra queste, spicca l'ultima eccezionale scoperta di una fortificazione risalente a più di tre millenni fa ed effettuata nella zona del Villaggio dei Faraglioni, sito di un importante insediamento all'Età del bronzo.

TECNICHE AVANZATE. Pubblicata sul Journal of Applied Geophysics, la scoperta è di un team di studiosi italiani coordinati dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Il ritrovamento è stato possibile grazie a strumenti non invasivi, come il georadar e la tomografia elettrica, che hanno permesso agli esperti di localizzare l'esistenza di resti di una lunga cinta di mura, parte di un ampio e complesso sistema di difesa. Le dimensioni dell'antica muraglia erano notevoli (era lunga 250 metri e alta da 4 a 5 metri) e, secondo i ricercatori, suggerirebbero l'esistenza di tecniche difensive ben più avanzate di quanto si pensava in precedenza, aprendo nuove prospettive nella comprensione delle popolazioni dell'Età del bronzo insediate a Ustica.

UNA COMUNITÀ EVOLUTA. Sebbene il sito del villaggio fosse già conosciuto e vi siano stati condotti numerosi scavi a partire dagli anni Settanta, si tratta della prima volta che i ricercatori individuano fortificazioni pensate per proteggere il centro abitato, potenzialmente soggetto a razzie e saccheggi. Tra il 1200 e il 1400 a.C., il Villaggio dei Faraglioni, oggi considerato come uno dei meglio conservati in tutto il Mediterraneo, vide infatti il suo periodo di massima espansione. In quel periodo, le testimonianze archeologiche suggeriscono che Ustica ospitava centinaia di abitanti distribuiti in più centri, dediti alla pesca, all'agricoltura, all'allevamento e all'artigianato. Allo stesso tempo, la disposizione urbanistica e l'abbondanza di arredi all'interno delle capanne del Villaggio dei Faraglioni attestano un'organizzazione sociale ed economica evoluta e ben strutturata, nonché un'elevata qualità di vita.

IL MISTERO DELLA FINE IMPROVVISA. Stando agli studiosi, l'esistenza dell'insediamento usticano si concluse quando gli abitanti lo abbandonarono improvvisamente intorno al 1200 a.C., come si deduce tra l'altro da resti di effetti personali lasciati nella loro consueta posizione all'interno delle capanne. Per spiegare questo esodo inaspettato sono state ipotizzate varie teorie, dal disastro naturale a un attacco di predoni provenienti dal mare, fino a devastanti epidemie.

Quel che è certo è che da allora, per circa otto secoli, Ustica rimase disabitata.







3  Febbraio 2024

Visite a Pianosa


All'Isola di Pianosa in primavera in mountain bike o visitando i musei Aperte le prenotazioni per i full day
con il Parco Nazionale Arcipelago Toscano: date speciali 28 aprile -5 maggio - 19 maggio - 26 maggio


Per visitare e vivere pienamente l'isola di Pianosa il periodo migliore è la primavera: per il clima, per i colori, per la placida tranquillità. Concedersi una giornata immersi nella natura incontaminata in un'isola disabitata e protetta, o appassionarsi alla sua storia costellata di misteri e alle scoperte scientifiche che hanno attratto studiosi importanti ad esplorarla, è una esperienza che lascia il segno.

Per poter mostrare al meglio questo scrigno dell'Arcipelago Toscano, il Parco ha organizzato un programma di visite giornaliere con 3 tipi di itinerario a scelta in cui sarete accompagnati per l'intera giornata dalla Guida Parco.  Sono state aperte in questi giorni le prenotazioni online 2024 per tour giornalieri a cui sono state dedicate quattro date: 28 aprile -5 maggio - 19 maggio - 26 maggio; partenze speciali con nave esclusiva da Piombino, partenza ore 8:30 – rientro ore 18:30/19:00, comprensive di viaggio a/r, ticket ingresso area protetta e servizio Guida Parco.

È possibile scegliere tra: il panoramico percorso in mountain bike, un percorso trekking non impegnativo, oppure una facile escursione a piedi con visita guidata all’antico borgo e ai 3 musei, tra cui la spettacolare Casa dell'Agronomo, inaugurata ad agosto 2022, ricchissima di contenuti multimediali su natura, cultura e storia dell'Isola.

Si prenota online sul sito https://www.parcoarcipelago.info scegliendo ovviamente Pianosa.
E’ comunque sempre a disposizione l’ufficio Info Park al tel. 0565 908231.

Ecco nel dettaglio le escursioni disponibili

• Visita guidata del Paese e delle strutture museali del Parco Nazionale – Casa dell’Agronomo, Museo delle Scienze Geologiche e Archeologiche e Catacombe paleocristiane.

La visita ci permette di scoprire la storia degli edifici più belli e antichi e di visitare i nuovi allestimenti museali del Parco, fra i quali la Casa dell’Agronomo, recentemente ristrutturata. Durata 2 ore e 30’ (permanenza sull’isola 6 ore) – Lunghezza 4 km circa – Difficoltà: facile. Costo € 65 intero - € 50,00 ridotto (5-12 anni), gratuito 0-4 anni.

• Escursione in Mountain bike

Arrivo a Pianosa presentazione dell’isola e consegna delle bici, breve introduzione al percorso e avvertenze per l’uso del mezzo. Itinerario lungo la costa sudoccidentale attraversando i vecchi presidi carcerari, per assaporare l’essenza dell’isola e conoscere la straordinaria storia naturale di Pianosa. Durata 2 ore e 30’ (permanenza sull’isola 6 ore) – Difficoltà: facile. Costo € 65. Età minima 12 anni.

• Escursione trekking

Percorso ad anello non impegnativo, che permette di osservare le vecchie strutture carcerarie, scoprendo le emergenze naturalistiche dell’isola, la sua storia geologica e archeologica. Durata: 2 ore (permanenza sull’isola 6 ore) – Difficoltà: facile. Costo € 65 intero - € 50,00 ridotto (5-12 anni), gratuito 0-4 anni.

Per ogni ulteriore richiesta di chiarimento si può contattare Info Park tel. 0565 908231 e-mail info@parcoarcipelago.info

L’orario dell’ufficio Info park: - fino al 31 marzo LUN-SAB 9/15 e DOM 9/13  - dal 1° aprile al 31 ottobre LUN-DOM 9/19.


Sito web mittente: http://www.islepark.it/





28 Gennaio 2024


Dal 27 gennaio 2024 il Parco Nazionale Arcipelago Toscano apre le
prenotazioni online per la visita all’Isola carcere di Gorgona e Montecristo

Dalle ore 9,00 del 27 gennaio p.v. sarà disponibile per la prenotazione il calendario delle date per visitare l’Isola carcere di Gorgona con il Parco Nazionale Arcipelago Toscano. Basta andare sul portale  https://www.parcoarcipelago.info/gorgona     e prenotare online.
L’Ente Parco, in collaborazione con l’Amministrazione Penitenziaria, conferma anche per il 2024 il programma di fruizione per far conoscere la piccola isola carcere, verde e selvaggia, modello di recupero sociale e sito di interesse naturalistico oltre che archeologico, come testimoniano i reperti di una Villa Romana marittima databile tra la fine del I secolo a. C e gli inizi del I secolo d.C., rinvenuti grazie agli scavi della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana.
Le visite iniziano il 23 marzo 2024 (prima data utile) e le partenze per Gorgona sono tutte previste da Livorno.            
L’Isola è sede di un penitenziario per cui le visite guidate sono autorizzate dall’Amministrazione Penitenziaria in accordo con l’Ente Parco secondo un calendario concordato per un numero massimo di 100 visitatori al giorno.
Una volta verificata la disponibilità di posti prenotabili, è necessario effettuare la prenotazione 14 giorni prima della data prescelta per poter procedere all’invio dei nominativi alla Direzione Penitenziaria.
Prima della partenza, con sufficiente anticipo verrà trasmesso (via mail,insieme alle informazioni relative all’escursione) un modulo da compilare con i dati anagrafici che verranno trasmessi alla Polizia Penitenziaria per i necessari controlli.
È obbligatorio seguire le indicazioni della Guida e non è possibile muoversi individualmente.
Durante la visita non è consentito l’uso di apparecchi fotografici e di telefoni cellulari. La balneazione è vietata.
La visita consiste in un’escursione trekking con Guida lungo il percorso autorizzato. Le escursioni possono essere effettuate solo se si è dotati di scarpe da trekking con suola scolpita, in caso di abbigliamento non adeguato la Guida può decidere di non far partecipare alla visita. I partecipanti devono presentarsi al molo d’imbarco 30 minuti prima della partenza muniti dei documenti d’identità.  
Costo € 45 intero - € 36 ragazzi dai 5 ai 12 anni - gratuito bambini da 0 a 4 anni. Il costo è comprensivo di trasporto marittimo da Livorno a/r, ticket di accesso all’area protetta, servizio guida.

Sul sito https://www.parcoarcipelago.info/gorgona sono disponibili tutte le informazioni utili: condizioni di prenotazione, date disponibili, orari e luogo di imbarco, descrizione del percorso.
Per ogni ulteriore richiesta di chiarimento si può contattare Info Park che gestisce l’organizzazione della visita tel. 0565 908231 e-mail info@parcoarcipelago.info

L’orario dell’ufficio Info Park:  - fino al 31 marzo LUN-SAB   9/15 e DOM  9/13   - dal 1° aprile al 31 ottobre LUN-DOM 9/19.




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Dopo il via alle prenotazioni online per le visite dell’Isola di Gorgona, (https://www.islepark.it/il-parco-informa/news/2035-dal-27-gennaio-2024-il-parco-nazionale-arcipelago-toscano-apre-le-prenotazioni-online-per-la-visita-all%E2%80%99isola-carcere-di-gorgona)  si aprono anche quelle per l’Isola di Montecristo. Si potrà prenotare online la visita guidata all’Isola di Montecristo per l’anno 2024 dalle ore 9 di sabato 27 gennaio, il calendario sarà on line, sul sito: https://www.parcoarcipelago.info/montecristo

Sono previste 23 date a partire dal 17 marzo. La prenotazione è nominativa e comporta il pagamento immediato con carta di credito sul sito di prenotazione.
La visita, organizzata dall’Ente Parco Nazionale Arcipelago Toscano in accordo e con il supporto operativo del Reparto Carabinieri Biodiversità di Follonica, prevede la partenza da Piombino Marittima e lo scalo a Porto Azzurro (Isola d’Elba); in due casi – 18 maggio e 14 giugno – le partenze sono programmate con partenza ed arrivo a Porto S. Stefano, con scalo all’Isola del Giglio.
Anche per il 2024, al fine di agevolare le prenotazioni dedicate ai residenti nelle isole dell’Arcipelago Toscano si possono prenotare online anche i 100 posti riservati al costo di € 60 a persona. Attenzione però, i residenti potranno esercitare la prelazione prenotando entro il 6 marzo 2024; se entro quella data non saranno stati prenotati tutti i 100 posti a costo agevolato, quelli rimasti liberi saranno resi disponibili a costo pieno per tutti.
Ogni data del calendario consente la visita a 75 persone. Il costo dell’escursione è di euro 130 € a persona comprensivo di trasporto marittimo a/r e del servizio Guida. Età minima dei partecipanti 12 anni. In caso di condizioni meteo avverse saranno proposte date di recupero.
Si raccomanda di leggere le informazioni dettagliate sulle modalità di visita, sulla tipologia di escursione, sul calendario completo e sulle regole di comportamento disponibili sul sito di prenotazioni: https://www.parcoarcipelago.info/montecristo/

Per ogni ulteriore richiesta di chiarimento si può contattare Info Park tel. 0565 908231 e-mail info@parcoarcipelago.info


L’orario dell’ufficio Info park: - fino al 31 marzo LUN-SAB 9/15 e DOM 9/13  - dal 1° aprile al 31 ottobre LUN-DOM 9/19.

Montecristo è una delle isole più importanti per la tutela della biodiversità dell’Arcipelago Toscano e del Mar Tirreno, un luogo straordinario e fragile dal punto di vista ambientale, un vero e proprio santuario della natura la cui fruizione, da sempre contingentata, richiede il rispetto di specifiche regole di comportamento e modalità organizzative gestite dall’Ente Parco, in stretto accordo con il Reparto Carabinieri per la Biodiversità di Follonica.
Riconosciuta Riserva Naturale Statale con D.M. del 4 marzo 1971 e Riserva Naturale Biogenetica diplomata dal Consiglio d'Europa nel 1988, l’Isola di Montecristo è inserita nel perimetro sia del Parco Nazionale Arcipelago Toscano, sia della Riserva della Biosfera “Isole di Toscana” nell’ambito del Programma MAB dell’UNESCO, nonché nel Santuario Internazionale per la protezione dei Mammiferi Marini Pelagos.

Sito web mittente: http://www.islepark.it/




20 Gennaio 2024


Embia ilvana sarà il nome della nuova specie di
insetto scoperto all’Isola d’Elba


Si è concluso il 6 gennaio con una bella partecipazione, il sondaggio pubblico per la selezione del nome scientifico della specie di insetto embiottero recentemente scoperta all'Isola d'Elba. Ha vinto Embia ilvana con il 73.1% dei 3128 voti espressi. Questo risultato, riportato dai suoi scopritori Paolo Fontana e Leonardo Forbicioni, segna un primo passo nel processo di definizione e catalogazione di questa nuova forma di vita. Il prossimo consiste nell'elaborare un articolo che descriverà la specie, un documento ormai in fase di completamento.
L'articolo non si limiterà alla mera descrizione della nuova specie, ma approfondirà anche la diversità del gruppo di insetti a cui appartiene, gli Embioptera, nell'Arcipelago Toscano. Questo mette in luce l'importanza ecologica di quest'area, confermandola come un cruciale hotspot di biodiversità nel Mediterraneo. Il manoscritto sarà inviato a una rivista scientifica di settore, dove sarà sottoposto a una rigorosa revisione prima di poter essere pubblicato, rendendo così la nuova scoperta di dominio pubblico.
Questa iniziativa fa parte delle attività svolte presso il NAT-LAB, il laboratorio naturalistico situato al Forte Inglese di Portoferraio, nato nel 2019 dalla collaborazione tra PNAT e World Biodiversity Association e Comune di Portoferraio, che ospita la più completa collezione entomologica dell'Arcipelago Toscano. Al di là della conservazione di questa ricca biodiversità, il laboratorio promuove la condivisione del sapere attraverso un'aula didattica dedicata alla valorizzazione del patrimonio ambientale locale molto apprezzata anche dalle scuole. Grazie all'impegno dei ricercatori naturalisti, guidati dall'esperto curatore Leonardo Forbicioni, il NAT-LAB sta continuamente espandendo le sue raccolte zoologiche e botaniche dedicate all'Arcipelago Toscano. L'obiettivo principale è favorire la condivisione di conoscenze, offrendo attività di laboratorio e studio che possono essere svolte su prenotazione. Durante il periodo estivo, il NAT-LAB offre laboratori, visite guidate e piccole osservazioni naturalistiche, rendendo l'esperienza accessibile a tutti coloro che desiderano approfondire la loro comprensione dell'ambiente circostante. Tutte queste opportunità sono offerte gratuitamente, su prenotazione, contribuendo così a diffondere la consapevolezza ambientale e la passione per la natura.

Sito web mittente: http://www.islepark.it/






10 Dicembre 2023

News dall'Arcipelago Toscano


Scegliamo assieme il nome per una
nuova specie di insetto scoperto all’Isola d’Elba

Gli insetti sono gli animali più numerosi sul nostro pianeta e ogni anno vengono descritte centinaia di nuove specie, ma non  tutti sono ugualmente studiati. Gli Embiotteri, ad esempio, sono tra quelli meno conosciuti, soprattutto nell’area mediterranea e persino molti entomologi (gli studiosi di insetti) non ne hanno mai visto uno. Il motivo sta soprattutto nella loro peculiare biologia: sono insetti, tipici degli ambienti caldi, sia aridi che tropicali, che in genere trascorrono tutta la loro vita dentro tunnel di seta che secernono e costruiscono essi stessi tramite particolari ghiandole poste sulle zampe anteriori. Questi tunnel permettono loro di vivere protetti, trattenere l’umidità negli ambienti aridi e tener fuori l’eccesso di umidità in quelli tropicali. Si nutrono di sostanza organica vegetale e quindi potremmo annoverarli tra i degradatori. Le specie mediterranee vivono nel suolo ed affiorano in superficie solo nei periodi meno secchi (primavera e autunno). In Europa sono note circa una dozzina di specie e l’Italia è il paese dove questi insetti sono meglio conosciuti. Il ritrovamento di nuove specie è sempre un evento felice che va ad aggiungere un nuovo importante elemento alla biodiversità di un territorio e di tutto il pianeta.       
Nell’Arcipelago Toscano gli Embiotteri sono stati storicamente poco studiati e fino ad oggi se ne conoscevano solo due specie. I nuovi studi compiuti dalla World Biodiversity Association onlus (WBA), con il supporto del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano ed in collaborazione con il Nat Lab (Museo Naturalistico dell’Arcipelago Toscano), hanno permesso di  aumentare queste conoscenze, portando alla scoperta di una nuova specie proprio all’Elba. La specie è stata rinvenuta nel     territorio del Comune di Porto Azzurro ed è quasi certamente autoctona e probabilmente endemica. La recente scoperta suggerisce e stimola a proseguire lo studio di questi ed altri piccoli insetti nel nostro straordinario arcipelago che potrà  sicuramente regalare ulteriori ed importanti risultati.
La nuova specie è in fase di descrizione (curata da Paolo Fontana e Leonardo Forbicioni) nell’ambito di un articolo scientifico sulle attuali conoscenze degli Embiotteri dell’Arcipelago Toscano. Una volta pubblicato sarà quindi reso noto alla cittadinanza anche questo ulteriore tassello che si va ad aggiungere all’immenso mosaico della biodiversità.
Parliamo di un patrimonio che appartiene a tutti, come hanno sancito anche le modifiche alla Costituzione della Repubblica    Italiana approvate l’8 febbraio 2022 (articoli 9 e 41) e proprio per questo gli entomologi della WBA, il Nat Lab ed il Parco  Nazionale dell’Arcipelago Toscano vogliono coinvolgere i cittadini nella scelta del nome da dare alla specie.

Vi proponiamo tre nomi che saranno spiegati e che potrete votare entro il 6 gennaio 2024  al link:


Embia dell’Isola d’Elba Embia ilvana n. sp.
L'isola d’Elba era detta dai greci Aithàle, Aithàleia e Aithalìa, tutti nomi derivanti dal termine greco aithàle, «fuliggine», in riferimento alle attività di lavorazione del ferro estratto nelle miniere elbane. Ma per i Latini era invece Ilva, toponimo di probabile origine preromana facente riferimento alla popolazione dei Liguri Ilvates. Solo nel Medioevo Ilva si trasformò prima in Ilba e infine in Helba. La nomenclatura scientifica si basa in gran parte sulla lingua latina e quindi, volendo dedicare la nuova specie all’Isola d’Elba, è Ilva il nome a cui fare riferimento, adottando per la specie il nome ilvana significa, appunto, dell’Isola d’Elba. Probabilmente questa nuova specie potrebbe essere rinvenuta in futuro in altre isole dell’arcipelago, ma l’Elba è il luogo della sua prima scoperta.
Embia delle isole Embia insularum n. sp.
La nuova specie, trovata a Porto Azzurro nell’Isola d’Elba, potrebbe ragionevolmente essere ritrovata in futuro in altre isole dell’Arcipelago Toscano e quindi potrebbe essere più prudente denominarla Embia dell’Arcipelago Toscano. Nella lingua latina classica il termine arcipelago deriva dalla lingua greca mentre in latino è stato adottato solo molto recentemente.
Il nome scientifico che si propone è quindi Embia delle isole e cioè Embia insularum.
Embia della biodiversità Embia biodiversitatis n. sp.
Biodiversità significa diversità biologica, cioè la diversità degli organismi a livello di specie, di individui, di geni, di  interazioni e processi ecologici tra esse ed a livello di ecosistemi. La parola biodiversità non esiste nel latino classico   ma il latino non è, come si crede, una lingua del tutto morta. Il concetto di biodiversità, che è stato inserito nella Costituzione della Repubblica Italiana l’8 febbraio 2022 (articoli 9 e 41), ha trovato in latino la sua versione: biodiversitas.
Dedicare la nuova specie elbana alla biodiversità vorrebbe celebrare l’introduzione di questo fondamentale concetto nella Costituzione della Repubblica Italiana ed allo stesso tempo mettere in luce come il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano sia uno straordinario scrigno di biodiversità.



Inverno nel Parco offerte culturali e naturalistiche all’Isola d’Elba


Anche in inverno il Parco Nazionale Arcipelago Toscano propone a visitatori e residenti occasioni culturali e naturalistiche  all’Isola d’Elba a Forte inglese, in collaborazione con il Comune di Portoferraio, e al Castello del Volterraio.
A Forte Inglese, nei giorni di venerdì e sabato, dalle 15  alle 17, per tutto il mese di dicembre sarà possibile visitare     la novità di quest’anno: il dipinto ‘Lo Sbarco di Napoleone all’Elba che il pittore elbano Luciano Regoli ha dipinto, su      commissione del Comune di Portoferraio, per il Bicentenario dell’arrivo sull’isola dell’imperatore francese. L’opera del      famoso pittore è esposta nel Forte ed è visitabile con ingresso libero.
Nello stesso edificio è visitabile il NAT-LAB, il primo Museo entomologico dell’Arcipelago Toscano e la mostra fotografica    permanente “L’Elba di Giorgio Roster. La trasformazione del paesaggio tra Otto e Novecento negli scatti dello scienziato fotografo” che consente un viaggio fra le eccellenze storiche, naturalistiche e geologiche dell’isola. La prenotazione obbligatoria
Il trekking al Volterraio con visita guidata invece, in occasione delle Festività Natalizie è visitabile il sabato         mattina, dalle 10 alle 13.  Per prenotare si puo’ cliccare qui sotto oppure chiamare Info Park

Per altre info contatta Info Park (orari: 9-15 tutti i giorni,la domenica 9-13) al numero 0565 908231.

Si ricorda che è in distribuzione gratuita all’info park, fino a esaurimento, il calendario 2024 del Parco dedicato al mare



Concluse le azioni di eradicazione del muflone all’Isola del Giglio
Sammuri ringrazia tutti coloro che hanno sostenuto
le azioni del progetto LIFE LETSGO Giglio



A due anni di distanza dall’accordo sottoscritto con LAV e WWF il progetto LIFE LETSGO Giglio per la parte che riguarda l’eradicazione del muflone è da considerarsi concluso, anche se tutte le altre azioni continueranno fino alla scadenza definitiva del progetto LIFE, il 31.12.2024.
Infatti, non dovrebbero essere più presenti esemplari di muflone sull’isola, anche se, il protocollo prevede che, per averne l’assoluta certezza e per certificarla, il monitoraggio dovrà proseguire con sopralluoghi periodici per tutto il 2024, più o meno la stessa procedura che è stata utilizzata per certificare l’eradicazione del ratto dall’isola di Montecristo.
Coerentemente con l’accordo sottoscritto il 30.11.2021 con LAV e WWF, da tale data il Parco Nazionale ha immediatamente sospeso gli abbattimenti ed intensificato le operazioni di cattura.
Da allora sono stati catturati, trasferiti e successivamente sterilizzati 52 mufloni. È da sottolineare come le operazioni di cattura siano state rese più difficili e meno efficaci da numerose azioni di disturbo. Gli operatori sono stati pedinati e filmati mentre lavoravano e numerose sono state le azioni di sabotaggio, danneggiamento e, addirittura, di furto delle attrezzature utilizzate per le catture, tutte regolarmente denunciate. C’è stata una spasmodica volontà di fotografare e filmare gli animali catturati, anche quando erano all’interno di casse di trasporto caricate su mezzi per il trasferimento, creando un inutile stress agli animali. Per questo il Parco è stato costretto a chiedere la collaborazione dei Carabinieri che hanno provveduto a mettere a disposizione mezzi militari e anche a “scortare” una parte del trasferimento.
Non ci sono dubbi che, senza tutte queste azioni di disturbo, i mufloni catturati e trasferiti avrebbero potuto essere ben più numerosi.
Il Parco ha dato anche la disponibilità, come previsto dall’accordo, di far effettuare catture mediamente la telenarcosi ad operatori segnalati dalla LAV. I due soggetti incaricati, dopo le opportune verifiche, non hanno nemmeno tentato, probabilmente consci della grande difficoltà di utilizzare tale tecnica nel contesto dell’Isola del Giglio.

Dopo oltre un anno di sospensione e di sole catture sono ripresi anche gli abbattimenti e sono stati abbattuti 35 mufloni.

Quindi, il parco chiude il progetto, salvo ritocchi conseguenti al monitoraggio, con 35 mufloni abbattuti (40%) e 52 catturati e trasferiti (60%), dopo l’accordo fatto con LAV e WWF.
Il Presidente del Parco Giampiero Sammuri ha dichiarato: “Penso che alla fine ne siamo usciti bene tutti, noi che abbiamo realizzato l’importante obbiettivo dell’eradicazione del Muflone e le associazioni che hanno spinto ed ottenuto la consistente riduzione dei mufloni abbattuti.
Perciò, giunti alla fine di questa parte importante del progetto LIFE, volevo ringraziare per la disponibilità al dialogo le associazioni Irriducibili Liberazione Animale, LAV e WWF, ma credo che soprattutto le dovrebbe ringraziare chi ha un sincero pensiero animalista. È grazie al loro positivo contributo che 52 mufloni non sono stati abbattuti, ma catturati e trasferiti, la maggior parte in strutture da loro gestite. Sono poca cosa rispetto ai 400 che ogni anno possono essere abbattuti a caccia in Toscana, ma credo comunque che, per chi ha certe sensibilità, sia un risultato significativo.
Volevo anche ringraziare gli operatori delle ditte Agrofauna e Dream, che hanno gestito le operazioni con serietà e professionalità, anche quando subivano sistematiche azioni di disturbo. Il Direttore e l’ufficio conservazione del Parco che hanno sempre coordinato le operazioni nel migliore dei modi. Le istituzioni che ci sono state sempre a fianco aiutandoci a gestire situazioni complicate: dalla Prefettura di Grosseto, al Ministro dell’Ambiente, Pichetto Fratin, massima carica dello stato in materia, che con la chiara risposta ad un’interrogazione il 9-3-2023 ha dissipato ogni dubbio sull’importanza dell’eradicazione del muflone all’Isola del Giglio per la tutela della biodiversità. La Regione Toscana che sin dall’inizio sottoscrivendo un protocollo con il Parco ha condiviso gli obbiettivi del progetto e ha portato avanti con coerenza la parte di sua competenza. Il Comune dell’Isola del Giglio, che, sottoscrivendo il progetto, ha aderito formalmente alle
finalità di esso facendo sempre sentire la sua condivisione.

Ma sento il dovere di ringraziare molto anche il mondo scientifico, al quale sono particolarmente legato per il sostegno al nostro progetto.  A cominciare da ISPRA per i pareri tecnici, a Jon Paul Rodriguez Chair della Species Survival Commission  e Juan Herrero chair del “Caprinae specialist group” dell’IUCN, i migliori specialisti italiani di ungulati a partire del Prof. Sandro Lovari e dai Professori Marco Apollonio e Pier Giuseppe Meneguz, specialisti del muflone ed autori del testo relativo alla specie nella fauna d’Italia, i professori Luigi Boitani, Francesco Dessì Fulgheri, Folco Giusti e Silvano Toso, che non hanno certo bisogno di presentazioni, il Prof.Alessandro Chiarucci presidente della Società botanica italiana, la Società Italiana di Ecologia che ha approvato all’unanimità un documento di sostegno all’azione di eradicazione del muflone all’isola del Giglio, in occasione del suo congresso tenutosi a Siena nel settembre 2022 al quale hanno
partecipato più di 200 specialisti.

Infine, un grande ringraziamento alle forze dell’ordine: alla Polizia Provinciale ed all’Arma dei Carabinieri, sia nella componente territoriale che in quella forestale con i reparti parco e biodiversità. Mi riferiscono che qualcuno sui social ha giudicato negativamente la presenza di personale delle forze dell’ordine sull’Isola. Sinceramente non ne capisco il motivo, per ogni cittadino onesto la presenza di chi è deputato a far rispettare le leggi non dovrebbe essere motivo di preoccupazione. Personalmente dovunque io sia, se vedo la presenza di personale delle forze dell’ordine, mi sento più tranquillo e sicuro. Vista la conclusione delle operazioni revocherò l’ordinanza di divieto di acceso nel Parco e ne sono felice. Mi è molto dispiaciuto dover precludere aree del parco a tranquilli escursionisti che vogliono godere della straordinaria bellezza dell’isola del Giglio, ma purtroppo le continue azioni di disturbo, i danneggiamenti ed i furti lo hanno reso
inevitabile.”


Sito web mittente: http://www.islepark.it/




11 Novembre 2023


Il CNR assegna il primo posto al progetto “Isole rare”
del Parco Nazionale Arcipelago Toscano


Con il Progetto  “Isole rare – Monitorare per conservare la biodiversità di specie e habitat delle Isole Toscane”, il Parco Nazionale Arcipelago Toscano si aggiudica il primo posto nella graduatoria delle 57 domande su 85 presentate al bando pubblico emesso dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) nell’ambito delle attività del National Biodiversity Future Center (NBFC) che chiedeva progetti finalizzati al monitoraggio, conservazione, ripristino e valorizzazione della biodiversità in enti parco e aree marine protette.

“Le isole toscane hanno biodiversità e habitat importanti - ha commentato Sammuri - che richiedono grande impegno e attenzione nel monitoraggio e nella conservazione. In questo progetto abbiamo voluto inserire metodologie innovative ma anche la comunicazione e la sensibilizzazione degli stakeholder, strategici per la buona riuscita delle misure di conservazione. L’ottimo punteggio nella valutazione del progetto (90 su 100) ci dice che stiamo lavorando bene e ci motiva a fare sempre meglio per la funzione più importante per un parco: la conservazione della biodiversità. Sono molto soddisfatto e ringrazio lo staff ed in particolare l’ufficio conservazione per l’ottimo lavoro che svolge, confermato dall’esito di questo bando”

Il progetto si svilupperà in azioni distribuite in 20 mesi, dal febbraio 2024 al settembre 2025. Il Budget complessivo è pari a 340.000 € di cui 200.000 finanziati dal bando PNRR gestito dal CNR.

I contenuti del progetto

Il progetto interessa, con azioni dirette, buona parte del territorio dell’Arcipelago, tra cui le isole di Capraia, del Giglio, di Pianosa e di Montecristo, con ricadute in termini di benefici e di sensibilizzazione che vanno ben oltre i confini naturali dell’Arcipelago. L’obiettivo è migliorare lo stato di conservazione di alcune specie ed habitat inseriti nelle Direttive UE e/o segnalate come minacciate nelle Red List IUCN italiane, in coerenza con le azioni già intraprese da questo Ente Parco, supportando le attività di conoscenza e di monitoraggio del capitale naturale presente nel contesto dell’Arcipelago Toscano. Sarà inoltre affrontata, su diverse aree di indagine, la tematica dei cambiamenti climatici e di come questi inducano a ridisegnare gli approcci gestionali, rispetto al tema degli impatti sulla vegetazione, agli impatti sulle biocenosi e popolamenti marini, alla conservazione delle specie sensibili alla diversa disponibilità di risorse idriche. Le attività saranno condotte utilizzando tecniche innovative di monitoraggio e raccolta dati, nonché prevedendo specifiche azioni finalizzate a promuovere la divulgazione dei risultati e a comunicare le misure di conservazione adottate dall’Ente Parco.

Le attività di progetto sono suddivise in tre filoni principali.

Il primo pacchetto di azioni è dedicato al tema della mitigazione effetti cambiamenti climatici a Montecristo, Giglio e presso alcuni isolotti minori dell’Arcipelago Toscano sia a terra che a mare. Per gli aspetti vegetazionali si prevede di analizzare il cambiamento della copertura vegetazionale dell’isola di Montecristo e degli isolotti minori dell’Isola d’Elba (Isola di Palmaiola; Isola di Cerboli, etc.) eseguendo, inoltre, un’analisi della composizione delle specie vegetali nelle aree maggiormente cambiate per quantificare il livello di biodiversità attuale e modellizzare i cambiamenti. Per la parte a mare l’Ente intende avvalersi della recente tecnologia di analisi del eDNA metabarcoding. Per quanto riguarda infine l’indagine di specie sensibili ai cambiamenti climatici verrà realizzato uno studio genetico sulle popolazioni del Discoglosso sardo (Discoglossus sardus) per caratterizzare il grado di divergenza e di diversità genetica delle popolazioni dell’anfibio presso le isole di Montecristo e del Giglio, al fine di definire in modo puntuale il loro grado di unicità, nonché i trend demografici recenti.


Il secondo pacchetto di azioni è finalizzato all’incremento delle conoscenze sull’avifauna e interventi di restoking. Si prevede di realizzare una serie di attività volte a tutelare specie ornitiche che frequentano l’Arcipelago in particolare per il rafforzamento della popolazione italiana di Falco pescatore (Pandion haliaetus) e per la reintroduzione del Barbagianni (Tyto alba) a Pianosa. Ultimo aspetto che verrà indagato in questo pacchetto di azioni è l’impatto del fenomeno del bycatch sui procellariformi presso l’isola di Capraia.


Il terzo pacchetto di azioni è focalizzato sulle fondamentali attività di comunicazione e sensibilizzazione. Punto focale dell’azione è l’allestimento presso l’isola di Capraia uno spazio espositivo dove verranno proiettate immagini dalle telecamere dei nidi di Falco pescatore, della Foca monaca o di altre specie di interesse conservazionistico. Nell’ambito di questa azione è infatti prevista anche l’installazione di due telecamere: una per il monitoraggio di specie di importanza per la conservazione e la divulgazione (es, Barbagianni, Marangone, Berta maggiore, Passero solitario etc) e una per aree particolarmente significative per la biodiversità come lo “Stagnone”, unica area umida dell’isola di Capraia. Il punto espositivo verrà allestito nel locale adiacente all’attuale Centro di Educazione Ambientale dell’isola.


Sono inoltre previste attività di formazione del personale tecnico (guide parco e forze dell’ordine) per aumentare la professionalità e moltiplicare l’effetto comunicativo. Verranno svolti eventi di Citizen science rivolti alla cittadinanza per aumentare la consapevolezza dell’importanza delle specie/habitat presenti sulle isole dell’Arcipelago, delle attività svolte dall’Ente e del contributo che ciascuno può dare per la tutela attiva di specie/habitat di interesse conservazionistico. Il sito dell’Ente Parco verrà inoltre implementato con pagine dedicate allo svolgimento del progetto per una più diffusa comunicazione delle attività. Sono previste infine azioni di networking per la condivisione delle attività e dei risultati di progetto con altre aree protette per favorire la replicabilità delle azioni svolte.


Le attività del progetto saranno occasione anche di forte interazione con i diversi stakeholder che operano nel territorio del Parco Nazionale Arcipelago Toscano. Sicuramente verranno coinvolte in differenti azioni le numerose Guide Parco che rappresentano un segmento importante per l’ente gestore e uno strumento efficace sul territorio. L’Ente Parco ha formato, negli ultimi anni, oltre sessanta Guide Parco terrestri e altrettante Guide Parco sub. Tali operatori hanno una buona conoscenza delle caratteristiche ambientali dell’area naturale protetta e rappresentano non solo collaboratori preziosi nelle fasi di raccolta campioni e monitoraggio, ma rivestiranno un ruolo fondamentale anche nella gestione delle attività divulgative e di sensibilizzazione che verranno a cascata, a valle delle attività di ricerca.


Sito web mittente: http://www.islepark.it/







30 Luglio 2023


“QUEL PASTICCIACCIO BRUTTO”
 DI VIA MARCELLO SCOTTI A PROCIDA

 
La Villa Scotto Pagliara, in Via Marcello Scotti, nasce come residenza dell’omonima famiglia di armatori procidani. Nel 1957, dopo che l’edificio era stato, per diversi anni, sede dell’Hotel Miramare, Matilde Scotto di Pagliara lo donò, mediante Disposizione Testamentaria, all’ Ordine dei Frati Predicatori Domenicani di Napoli.

 
AGICOM24 – Sebastiano Cultrera
Non è un giallo, come quello di Gadda, ma è una vicenda che deve fare riflettere ed incrocia il passato dell’isola di Procida con il futuro.

 
È accaduto spesso, a Procida che importanti famiglie abbiano, nei decenni (e secoli) passati, donato immobili ad Enti di beneficenza, soprattutto ecclesiastici. Tra tutti ricordiamo il caso della donazione (alcuni decenni fa) di ingenti proprietà (tra cui l’isolotto di Vivaro) da parte della famiglia Scotto La Chianca all’Ente Albano francescano. Quella donazione ha dato, poi adito ad una lunga contesa giudiziaria, fino alla definitiva (ri)acquisizione agli eredi di quella famiglia, di quel patrimonio, a causa di dimostrate (e riconosciute giudiziariamente) inadempienze dell’Ente gestore.
 
A Via Marcello Scotti un’altra importante famiglia procidana, quella degli Scotto di Pagliara (che hanno annoverato armatori, e uomini di chiesa e di cultura) donò ad un Ente religioso (legato alla devozione della Madonna dell’Arco) una intera villa-palazzo per fini benefici.;:  Tale struttura è stata gestita per anni dai frati dell’Ordine dei Predicatori. E ricordiamo tutti frotte festanti di ragazzi che venivano, negli anni a fare gioiose vacanze marine in quella struttura. Il palazzo-villa Scotto di Pagliara è stato crocevia di tante “colonie estive” di tante generazioni di orfani o ragazzi poco abbienti assistiti dai frati.
 
La Villa Scotto Pagliara, in Via Marcello Scotti, nasce come residenza dell’omonima famiglia di armatori procidani. Nel 1957, dopo che l’edificio era stato, per diversi anni, sede dell’Hotel Miramare, Matilde Scotto di Pagliara lo donò, mediante Disposizione Testamentaria, all’ Ordine dei Frati Predicatori Domenicani di Napoli.
 
Adesso non sappiamo se la vicenda di Vivaro e dell’Albano Francescano abbia fatto diventare tutti più prudenti, ma fatto sta che l’Ordine, recentemente, ha operato una stretta e accentuato il controllo sulla destinazione dei propri beni, in particolare, proprio sulla Villa Pagliara. E ha cominciato a mettere i puntini sulle i su alcune cose che non andavano, onde evitare derive che nulla avevano a che fare con i fini di beneficenze dell’ordine e neanche con la lettera del lascito testamentario. Ha revocato, quindi, alcuni incarichi fiduciari e rivendica il pieno possesso dell’immobile, oltre la prosecuzione dei lavori IN PROPRIO, in conformità con la pratica burocratica istituita.
 
Ciò al di là di altri contenziosi in atto che mirano a definire, anche giudiziariamente, la nullità di alcuni atti collaterali. Alla luce dell’esposto, si sostiene chiaramente che la titolarità delle autorizzazioni edilizie sia in capo all’Ordine stesso: venuto meno il rapporto fiduciario con il delegato pro tempore. Sembrerebbe che la revoca, sia avvenuta in seguito alla verifica di attività di carattere speculativo che esulano dalle attività dell’Ordine.
 
L’esposto-denuncia ha un antefatto, perché, ad inizi di luglio, alle 10, arrivarono i Carabinieri davanti alla Villa Scotto di Pagliara, allertati dai padri domenicani di Madonna dell’Arco. Alcune persone, accedendo attraverso il cantiere dell’albergo Arcate, si sono introdotte in villa abbattendo le protezioni fatte istallare dalla proprietà.
I carabinieri identificarono gli operai della ditta che esegue i lavori di ristrutturazione per conto della Letmedo che esibisce i propri titoli e permessi a costruire ma che i Domenicani considerano illegittimi. Anche il nome del direttore dei lavori che compare ora sulla tabella è stato modificato.

Non è più l’architetta procidana Paola Esposito. Il suo nome appare cancellato mentre compare quello dell’arch. Caterina MusellaSulla efficacia degli atti e nel merito della questione giudiziaria non entriamo, non avendo elementi e, soprattutto, in attesa di pronunce delle Autorità Competenti.
C’è da dire che credo sia interesse della intera comunità preservare quell’immobile a delle finalità sociali e credo che chiunque si trovi a tutelare gli interessi pubblici, ad ogni livello, debba tenere conto anche di questo. La Storia di Procida non può correre il rischio di essere mercificata.

 
 

Questa Villa è stata la nostra sede dal 2003 al 2023





23 Luglio 2023


A Marettimo, la più selvaggia delle Egadi, una foresta di corallo nero, colonia di biodiversità

di Lorenza Cerbini



Si trova a 63 metri di profondità la popolazione di corallo nero documentata al largo dell’isola di Marettimo. Una foresta bianca e flessuosa cercata e individuata con la caparbietà di chi crede nelle proprie scelte da Giovanni Chimienti, biologo marino dell’Università di Bari e National Geographic Explorer. «Nella memoria storica dei pescatori locali il corallo nero è presente, a volte trovato nelle reti, ma nessuno fino ad oggi lo aveva localizzato con certezza», dice Chimienti. Un tesoro, un’intera foresta a cui «le Egadi devono la loro grande biodiversità marina». La ricerca ha richiesto tre spedizioni raccontante nel docufilm Il bianco nel blu, regia di Igor D’India, “prima” serale a Marettimo stesso come apertura del locale Italianfilmfest (19-22 luglio).
Raro e bellissimo, è stato scoperto dal biologo marino dell’Università di Bari Giovanni Chimienti. Il risultato della ricerca, finanziata da Sea Beyond, il progetto di Gruppo Prada e Unesco, e National Geographic, è diventata un documentario

Tutto è iniziato nel 2018, quando Chimienti ha avviato le sue ricerche sul corallo nero nel Mediterraneo rintracciandolo alle isole Tremiti. Un segnale servito a infondere coraggio e a non demordere. Non gli bastava un rametto, cercava qualcosa di più consapevole che «la scoperta è la ricompensa migliore per ogni scienziato». In testa un’idea precisa. «Seguire il corso delle acque levantine intermedie, in altre parole le correnti fredde e di profondità del Mediterraneo». Che lo hanno portato fino a Marettimo «l’isola più selvaggia delle Egadi e ricchissima di specie. Mi sono domandato: certe cernie, certi dentici e aragoste, devono godere di un habitat di profondità idoneo. La posidonia, di cui l’area è ricca, da sola non può assolvere a questo compito». Lì sotto, nel deep blue, il mare profondo e sconosciuto, dovevano nascondersi i coralli.

Coralli preziosi
Chimienti cercava i più preziosi, quelli neri, così particolari, «bianchi all’esterno, ma con uno scheletro scuro, flessibile e robusto per resistere alle forti correnti». I biologi marini hanno iniziato a occuparsi di questi animali nel Mediterraneo soprattutto a partire dal Duemila. «Lungo le coste pugliesi fu fatta una scoperta accidentale di coralli di acque fredde. Si credevano estinti», spiega Chimienti, oggi tra i maggiori esperti al mondo di queste specie. «Il corallo nero vive a grandi profondità, a partire dai 60 metri e ha un decorso lunghissimo. Ne è stato trovato, in altre aree del pianeta, con 2.100 anni di storia ed era ancora attivo. Un laboratorio naturale per studiare i cambiamenti climatici».






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